PAROLA DI BOMBER

Alla scoperta del giramondo Luigi Fruggiero

Foto di Fruggiero

 

PAROLA DI BOMBER

Alla scoperta del giramondo Luigi Fruggiero

Fare gol è il sale del calcio, non neghiamolo. Il gol è emozione allo stato puro, ci fa saltare, ci fa gioire: viviamo per quel brivido.

Chi ci permette di sentire tutto questo, che ci delizia ogni domenica con questa delicata emozione è la punta, il bomber.

Il nostro bomber è Luigi Fruggiero, che all’anagrafe dichiarano nato nel 1982.

Ma non fatevi ingannare, lui si sente ancora uno juniores, proprio come ci racconta: “Quando entro in campo e vedo il pallone le differenze di età si azzerano. Mi sento un ventenne, altro che trentasette!”

Bomber, 37 primavere alle spalle ma una voglia matta di spaccare ancora tutto

“E’ la passione, l’amore per il gioco. Sono sul campo da quando avevo 6 anni quindi 31 stagioni alle spalle e ora che, giustamente, sto arrivando alle soglie della mia pensione agonistica riguardo indietro, ma sicuramente finche’ rimango così in forma come faccio a lasciare? (ride ndr)”

Una storia molto lunga quindi, da prendere dall’inizio

“Sono partito da Desio, il mio paese, e già l’inizio era tutto un programma! Sono andato di nascosto a giocare, senza dirlo ai miei genitori e sono anche andato avanti un po’.

Quando poi è arrivato il momento di fare le prime partite, il dirigente mi ha detto chiaramente che avrei dovuto portare uno dei miei genitori firmare il cartellino, quindi sono andato a casa e ho dovuto dire tutto. I miei genitori non è che fossero contrari, però con sei figli da crescere diventava un bell’ impegno.”

Impegno che però si sono presi volentieri…

“Beh si visto che da quel momento non ho mai più smesso. Un paio di anni dopo mi ha preso il Milan, dove sono stato fino ai 14 anni, poi Monza, Lecco e da lì tutta la mia trafila.”

Che ti ha visto essere un giramondo del pallone

“Diciamo che la stabilità in una società non è stato il mio forte. Ho sempre avuto bisogno di stimoli forti e capitava che a metà stagione arrivassero delle proposte molto eccitanti da non poter rinunciare.”

Che ti hanno portato anche lontano

“Fino in Grecia in Serie A. Un anno c’è stata questa occasione e non me la sono lasciata scappare.

Sono finito all’Aris Salonicco, pazzesco mi sentivo un giocatore vero. Allenamenti con 200 persone a vederti, stadio pieno: un altro mondo”

Da due anni però fai parte della famiglia ViBe Ronchese

“Ecco una famiglia è la parola giusta, per descrivere cosa provo vero questi ragazzi. Come dicevo prima ho girato molto, ma qua sto davvero bene e mi sono fermato. Quando ho conosciuto i ragazzi sono stato da Dio, siamo una grande squadra.”

Che non ti fanno sentire la differenza di età

“Molte volte capita che mi invitino a uscire con loro, cosa che faccio volentieri ma sempre lasciando i loro spazi. Voglio essere un esempio.”

Senti molto questa responsabilità?

“Si, perché tengo veramente tanto a loro. Non riesco nemmeno a spiegarlo a parole, ma sento che loro mi guardano come ad un esempio. Che se io riesco a fare qualcosa loro possono seguire le mie orme. La cosa più bella, forse, è proprio il fatto che mi ascoltano tantissimo che provano davvero a mettere in pratica ciò che dico: sono fantastici.”

Con dei ragazzi così dove si può arrivare?

“Non voglio porre un obiettivo minimo proprio perché so che con dei ragazzi così giovani bisogna lasciarli liberi dalle pressioni. Al momento siamo ancora impantanati e dobbiamo tirarci fuori subito ma l’aria è buona. Abbiamo fiducia nel mister, in noi stessi e crediamo davvero di poter fare qualcosa di grande e più andiamo avanti e più mi darai ragione.”

Parola di bomber: come non crederci?

VIBE Ronchese