CUORE DI DIFENSORE

Intervista a Riccardo Losa

Foto di Riccardo losa

CUORE DI DIFENSORE

Fare il difensore vuol dire soprattutto essere ricordato per la ruvidità dei salvataggi, per la tempra messa in campo ma solo raramente per i gol,

“In realtà io un po’ il vizietto ce l’ho: ogni anno qualche gol lo metto a segno eccome!”

A parlare è Riccardo Losa, 22 anni, caposaldo della linea a 4 di mister De Vecchi che durante l’ultimo turno di campionato ha segnato il gol del definitivo pareggio contro il Colico.

Riccardo ci racconti il tuo gol?

“Un tiro potente che si è insaccato sotto la traversa, prima avevamo battuto un angolo, la palla è schizzata via poi è stata rimessa in mezzo e ho calciato ma la palla è stata deviata da un difensore ma mi è tornata indietro cosi ho stoppato con la coscia e poi..”

Una bella soddisfazione da difensore travestirsi da bomber

“Come dicevo prima ogni anno almeno un paio di gol li metto a segno, che da difensore centrale non sono pochissimi: forse potrei propormi come punta un po’ come Ranocchia!”

Una partita che però è terminata con un pareggio

“Abbiamo sofferto molto la loro fisicità, soprattutto nel secondo tempo quando è entrato un centrocampista molto fisico che non ci ha lasciato scampo sui palloni alti. E’ andata così ma ora testa alla prossima partita”.

Primo anno per te alla Vibe come sei arrivato?

“Sono arrivato per merito di Colombo e Lozza che conosco entrambi da tempo. Il capitano e suo fratello sono di Monte Marenzo mentre Lozza ha giocato con me da piccolo sia all’Inter che poi a Lecco, quindi quando sono andato via dal Caprino mi sono proposto qui”.

Come mai hai deciso di andare via?

“In realtà a fine del mercato sono stato tagliato dalla società a causa di un problema di salute che mi ha fermato per quasi 8 mesi”.

Un infortunio davvero lungo…

“Si, ho avuto una pericardite e mi sono davvero spaventato. Sono tornato regolarmente sul campo solo ad Ottobre e ringrazio la Vibe di avermi aspettato”.

Come l’hai scoperto?

“Ero a Firenze e ho sentito una grossa fitta al petto, tanto che avevo uno zaino sulle spalle e mi son dovuto fermare per appoggiarlo. Mi sono seduto ma il dolore è durato più di un’ora, poi quando è passato sono tornato a casa mia con ben quattro ore di auto. La sera dopo sono andato agli allenamenti e dopo 10 minuti mi son dovuto fermare subito e correre direttamente in ospedale”.

Un decorso particolarmente difficile immagino

“Più che altro lungo e prendevo quattro volte la cardioaspirina al giorno. Ho provato a tornare giusto un po’ a giocare a calcetto ma niente. Dovevo tornare a giocare ad Agosto ma i medici non volevano prendersi responsabilità e quindi ho dovuto aspettare”.

Un bel peso per un ragazzo giovane come te e che ha avuto anche esperienze importanti come le tue

“Si, importanti che ricordo con piacere ma sono sempre stato molto realista sulle mie possibilità. So perfettamente che solo due-tre calciatori su mille ce la fanno ad arrivare a quei livelli ed io non ho mai voluto rinunciare alla scuola. Quando dopo Lecco sono andato all’Olginate volevano inserirmi in prima squadra in Serie D ma questo avrebbe voluto dire saltare il sabato, così ho deciso di andare a Caprino in promozione: la scuola viene prima di tutto”.

Ora cosa fai?

“Studio economia e commercio all’ Università Bicocca di Milano e dopo mi piacerebbe fare un’esperienza all’estero per imparare meglio l’inglese e tornare per fare un master magari sul management sportivo”.

Quindi ti rivedremo come dirigente alla Vibe?

“(Ride ndr) Mai dire mai, però per ora concentriamoci sul campo!”

VIBE Ronchese