DUE ALLENATORI UN SOLO GIOCO

Intervista ai Mister degli Allievi 2002

DUE ALLENATORI UN SOLO GIOCO

Quando si arriva alle soglie della maggiore età molte volte può essere scioccante, sia nel bene che nel male.

Si ha l’impressione finalmente di essere liberi di scegliere, si ha forse anche un pochino di presunzione di saperne più degli altri visto che si “guadagna” il diritto di entrare nel mondo degli adulti.

Questa è l’età con cui hanno a che fare Stefano Mastrototaro e Marco Galimberti, allenatore e vice della squadra 2002 della Vibe.

Sono due anni che seguo questi ragazzi” – ci racconta Stefano- “Abbiamo una rosa di 16 giocatori, abbiamo fatto un lavoro tattico l’anno scorso a cui abbiamo affiancato un lavoro atletico e i ragazzi hanno fatto un attimo fatica ad abituarsi, ma quest’anno abbiamo raccolto i frutti, lavorando in maniera eccellente dal punto di vista atletico”.

Stefano è molto soddisfatto della crescita dei propri ragazzi, ma è molto attento anche a ciò che non va bene:” Per esempio le palle alte sono ancora un tasto dolente e dobbiamo lavorarci moltissimo”

I meriti comunque sono molto più delle critiche: “Questi ragazzi sono affamati di vittoria, anche domenica scorsa eravamo sopra 2-0 col San Fruttuoso siamo rientrati e abbiamo subito il pareggio. Negli ultimi 5 minuti gli è salita questa voglia incredibile e hanno vinto la partita, hanno bisogno della competizione”.

L’Età è un fattore importante:” Gli allievi solitamente o giocano bene oppure male, loro sembrano quasi più degli esordienti nel modo di giocare nel senso che vivono molto bene la realtà del gruppo e se tutti giocano bene anche chi non è in gran forma sembra un leone. Sono molto contento perché vuol dire che ho dei ragazzi molto affiatati, però devono anche capire che alcuni di loro dovranno fare il salto di categoria senza i lori compagni”:

L’obiettivo ovviamente deve essere il perseguire della crescita dei ragazzi, anche a discapito della stagione in un certo senso: ”Il nostro mantra deve essere quello che i nostri ragazzi vengano scelti per la prima squadra, quando uno dei miei sale vuol dire che sto facendo un buon lavoro e deve essere di stimolo per tutti. Alcuni di loro sono ormai stabilmente in prima squadra e altri ci arriveranno presto ed è un qualcosa che mi stupisce molto positivamente, rispetto ad altre società del mio passato, questa grande attenzione sui giovani”.

Mister Mastrototaro sono quasi 25 anni che allena, avendo iniziato ad appena 18 anni (“Capire che la mia strada era quella mi è servito per smettere di giocare presto”) e nelle sue esperienze tra Oggiono e soprattutto Sirtori è riuscito a trovare una filosofia nel suo allenamento:” Il nostro modo di lavorare era molto simile a quello che accade nella cantera di società importanti come il Barcellona per dirne una. Allenavo e facevo anche il DT, in cui tutte le squadre della società dovevano giocare con un modo di stare in campo comune in modo tale da facilitare per tutti gli atleti il salto di categoria. Inoltre ho avuto anche la fortuna di fare tantissimi corsi con professionisti italiani e stranieri che mi hanno arricchito tantissimo come quando siamo andati all’Ajax nel 2011”.

Un’esperienza che non può che non essere stata illuminante: “ Siamo andati insieme ad alcuni tecnici dell’Atalanta e l’esperienza in sé è stata pazzesca. Al pomeriggio ci vedevamo tutti gli allenamenti di tutte le categorie e ognuna aveva un ex professionista ed un diplomato ISEF che seguiva. Gente come Bergkamp, i fratelli De Boer, Bogaart. Avevano anche un allenatore apposta solo per gli esterni! Andava a recuperare tutti gli esterni di ogni categoria mentre si allenavano per appunto allenarli singolarmente”.

Stefano ha preso le cose migliori di questa esperienza ma senza stravolgere suo credo:” Io sono per un calcio situazionale, creare situazioni guardare prima cosa voglio fare e agire di conseguenza, evitando di fare esercizi in maniera analitica”.

A seguire insieme a Stefano abbiamo Marco, inseparabile vice e la loro chimica è sempre maggiore:”Qualche giorno fa ci hanno chiesto di selezionare due nomi per portare due ragazzi in prima squadra”- racconta lo stesso Galimberti-“Io e Stefano abbiamo scritto i nomi su due foglietti e quando li abbiamo aperti avevamo scelto esattamente le stesse due persone: questo per farvi capire come siamo sulla stessa lunghezza d’onda”.

Marco ha un amore fortissimo per il calcio anche se anche lui ha dovuto abbandonare presto la sua passione in campo a causa di un difetto fisico:”Sono sordo. Quando alleno o durante il giorno uso un apparecchio acustico che però non potevo usare in campo e quando il livello è cominciato ad aumentare mi era difficile seguire il gioco. Solo che non volendo stare fuori dal campo ho cominciato ad allenare”.

Un amore per il calcio quello di Marco che porta anche nei suoi progetti di vita:” Studio ingegneria e come tesi ho brevettato un apparecchio acustico apposta per poterlo portare anche in campo: sarebbe il coronamento di un sogno vederlo realizzato”.

Progetti ed esperienze importanti che possono servire ai nostri ragazzi come esempio che, anche se ci si sente grandi, c’è sempre qualcosa da imparare.

VIBE Ronchese